Fascite plantare: scarpe consigliate e da evitare

Fascite plantare: scarpe consigliate e da evitare

La fascite plantare è un brutto cliente: capire quali scarpe siano consigliate e quali invece vadano evitate, potrebbe essere di grande aiuto.

La fascite plantare è un’infiammazione non rara che, se non gestita adeguatamente, può trasformarsi in un serio ostacolo: comprendere quali scarpe sono consigliate e quali sono da evitare può fare la differenza nella gestione del dolore e del processo infiammatorio stesso.

Le calzature, infatti, rivestono un ruolo cruciale non solo nel prevenire l'insorgere della fascite plantare, ma anche nel mitigarne i sintomi. Alcuni modelli sono più adatti di altri, offrendo il supporto e il comfort necessari per chi è affetto da questa condizione.

Indossare calzature inadeguate può, al contrario, contribuire allo sviluppo dell’infiammazione plantare, anche tra coloro che conducono una vita prevalentemente sedentaria.

È meno noto che esistono specifici tipi di scarpe e supporti alle calzature che, grazie alle loro caratteristiche, possono prevenire efficacemente il dolore e i sintomi associati a questa condizione.

Esploriamo quindi il motivo per cui la scelta delle calzature è così determinante nella lotta contro questo disturbo e quali tipi di scarpe dovrebbero essere evitate da chi ne soffre.

 

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Fascite plantare: un disturbo infiammatorio dovuto al sovraccarico

La fascite plantare è una delle condizioni ortopediche più comuni. Essa colpisce la fascia plantare, una robusta struttura fibrosa che collega il tallone alle dita dei piedi, comunemente identificata anche come legamento arcuato o aponeurosi plantare.

Questa fascia è molto importante, poiché svolge un ruolo critico nell'assorbire gli shock e nel supportare l'arco del piede, specialmente durante la deambulazione, la corsa o il salto.

Quando il dolore colpisce questa zona, anche questi semplici gesti possono essere compromessi. Per tale motivo, mantenere in salute la fascia plantare è fondamentale e la scelta delle scarpe gioca un ruolo fondamentale in questo.

Esistono condizioni simili in cui il dolore si manifesta anche in assenza di infiammazione vera e propria, ma non sono da confondere con la fascite. In questi casi, si parla infatti di fasciosi plantare, una condizione strettamente correlata alla fascite, ma differente.

Questa distinzione non è solo una questione di terminologia ma è cruciale per determinare l'approccio terapeutico appropriato, poiché non sempre l'infiammazione è la componente da trattare.

Talvolta, il disturbo viene descritto anche come "dolore entesopatico del calcagno" o "sindrome della spina calcaneare". Quest'ultimo termine, però, può risultare ingannevole in quanto non tutti i pazienti affetti da fascite presentano una spina ossea nel calcagno, come suggerirebbe la sindrome.

Fatte queste premesse, è utile un'analisi delle cause della fascite plantare, anche conosciuta come fascicolite plantare, per delineare strategie d'intervento, soluzioni naturali efficaci e, soprattutto, per comprendere quali sono le calzature da evitare assolutamente per non scatenare e/o peggiorare tale condizione

Fascite plantare: principali fattori di rischio

Questa fastidiosa infiammazione a carico della nostra struttura locomotoria si manifesta tipicamente quando vi è una tensione eccessiva o prolungata sulla fascia plantare, spesso dovuta a sovraccarico ripetitivo.

In poche parole, la fascia si infiamma quando viene utilizzata ripetutamente oltre il limite, ciò più di quanto naturalmente essa sia in grado di “sopportare”. Oltre a ciò, esistono altri fattori di rischio. Di seguito i principali:

Sovrappeso e obesità: un maggiore peso corporeo esercita una pressione aggiuntiva sui piedi.
Attività che gravano sui piedi: come lunghe camminate, corsa su superfici dure o lunghe ore in piedi, specialmente su superfici rigide.
Scarpe inadeguate: calzature con supporto insufficiente o cuscino inadeguato possono contribuire allo sviluppo della condizione.
Anomalie del piede: come archi piatti o alti, che possono distribuire il peso in modo non uniforme durante il movimento.
Età: la fascite plantare è più comune tra i 40 e i 60 anni, ma può colpire chiunque a qualsiasi età.

 

I sintomi dell’infiammazione alla fascia plantare

Il sintomo più comune della fascite plantare è il dolore al tallone, spesso descritto come acuto o bruciante. Il dolore è generalmente più intenso al mattino al primo passo fuori dal letto o dopo lunghi periodi di sedentarietà e tende a migliorare con il movimento leggero.

Questo avviene perché la fascia plantare tende a contrarsi durante il riposo. Oltre a questo sintomo tipico, ci sono ulteriori segni e sintomi che possono essere associati a questa condizione. Ecco alcuni dei più tipici:

1. Dolore dopo, non durante, l'esercizio fisico: il dolore può non essere evidente durante l'attività fisica, ma può aggravarsi notevolmente dopo aver terminato l'esercizio.
2. Dolore al tallone alla fine della giornata: il dolore può peggiorare dopo lunghi periodi di attività o alla fine della giornata, a causa dell'infiammazione sostenuta e della tensione sulla fascia plantare.
3. Rigidità: la fascia plantare può diventare rigida e questo può contribuire a un senso di tensione o rigidità nella parte inferiore del piede.
4. Gonfiore: in alcuni casi, può esserci un lieve gonfiore intorno alla zona del tallone a causa dell'infiammazione.
5. Difficoltà a salire le scale: il movimento di flessione del piede richiesto per salire le scale può essere particolarmente doloroso.
6. Sensazione di avere un nodo sotto il piede: alcune persone descrivono il dolore della fascite plantare come se avessero un grosso nodo o una pietra sotto la pianta del piede vicino al tallone.
7. Aumento del dolore in piedi su superfici dure: stare in piedi su superfici dure come cemento o piastrelle per lunghi periodi può peggiorare il dolore.
8. Dolore quando si piega il piede: spingere la punta del piede verso il basso può aggravare il dolore.

Riconoscere questi sintomi può aiutare nella diagnosi precoce e nel trattamento della fascite plantare, contribuendo a prevenire il peggioramento della condizione. Se si sospetta di avere fascite plantare, è consigliabile consultare un medico o un podologo per un'accurata valutazione e per discutere le opzioni di trattamento.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi di fascite plantare viene solitamente effettuata attraverso l'esame fisico e la raccolta della storia clinica del paziente, e può essere supportata da esami di imaging come raggi X o ecografia per escludere altre cause di dolore al tallone.

Il trattamento può variare da cambiamenti nello stile di vita e modifiche all'attività fisica a interventi più specifici come:

Terapie fisiche: stretching del polpaccio e della fascia plantare, rinforzo dei muscoli del piede.
Supporti ortopedici: solette personalizzate o talloniere per distribuire meglio il peso e alleviare la pressione sul tallone.
Medicazioni: uso di antinfiammatori non steroidei (FANS) per ridurre il dolore e l'infiammazione.
Tecniche avanzate: terapie come onde d'urto o iniezioni possono essere considerate in casi più severi o persistenti.

Scarpe e fascite plantare: un’importante relazione

Le calzature giocano un ruolo chiave nel trattamento della fascite plantare, poiché la struttura e il supporto della scarpa possono influenzare direttamente la pressione esercitata sulla fascia plantare.

Scarpe non adatte possono aggravare il dolore e ritardare la guarigione, mentre quelle correttamente scelte possono diminuire lo stress sul tallone e sulla fascia, facilitando il recupero.

Un buon paio di scarpe può anche prevenire la ricorrenza del problema assicurando il corretto allineamento del piede durante il movimento.

Soffri di fascite plantare? Ecco le scarpe da evitare

Per chi ama indossare i tacchi, è importante sapere che questi possono aumentare il rischio di sviluppare la fascite plantare e, ugualmente, non sono raccomandati per chi soffre già di questa condizione e desidera alleviarne i sintomi.

Il motivo principale è che, quando si indossano tacchi alti, il peso del corpo si sposta in modo non uniforme, gravando prevalentemente sulla parte anteriore del piede. Questo squilibrio aumenta la tensione sulla fascia plantare, potendo facilmente portare all'insorgenza della sua infiammazione.

Inoltre, i tacchi costringono la fascia a mantenere una posizione innaturale che non le permette di assorbire adeguatamente le sollecitazioni, e l'uso frequente di tali scarpe può anche portare all'accorciamento dei muscoli della parte posteriore della gamba, un fattore spesso associato alla fascite plantare cronica.

Di conseguenza, le scarpe con tacchi alti, incluse le zeppe, sono sconsigliate per chi vive con la fascite plantare, ma non sono le uniche incriminate. Altre tipologie di calzature possono, a lungo andare, incidere negativamente sulla salute dei nostri piedi. In particolare:

Scarpe piatte: tipologie di scarpe come le ballerine e gli infradito spesso mancano del supporto necessario, in particolare nell'arco e nel tallone e tale fattore non consente di distribuire in modo adeguato il peso corporeo. Se è vero che il piede non deve essere troppo compresso, non è nemmeno ideale che sia eccessivamente teso, condizione che può verificarsi con l'uso prolungato di ballerine o infradito.
Calzature usurate: allo stesso modo, le scarpe vecchie perdono di efficacia nel sostenere adeguatamente il piede, causando o peggiorando il dolore al tallone. Pertanto, se si sta utilizzando lo stesso paio di scarpe da corsa da cinque anni, potrebbe essere il momento di sostituirle.

Un'ultima considerazione va alle suole delle scarpe: quelle eccessivamente sottili non ammortizzano sufficientemente l'impatto con il suolo, mentre suole troppo rigide possono limitare la mobilità della fascia plantare.

Al momento dell'acquisto, quindi, è essenziale valutare la flessibilità e l'ammortizzazione delle suole o, in alternativa, inserire delle solette ad hoc che prevengono le infiammazioni.

Fascite plantare: scarpe consigliate o da evitare assolutamente?

Alla luce delle restrizioni sull'uso di tacchi alti, zeppe, infradito e persino zoccoli di legno, i pazienti affetti da fascite plantare potrebbero interrogarsi su quali alternative calzaturiere siano permesse.

Come per ogni cosa, anche per la salute del piede la verità “sta nel mezzo”: ideale è sempre selezionare calzature che bilancino correttamente le necessità biomeccaniche del piede, anche quando non si vuole rinunciare allo stile.

Criteri per la Selezione di Calzature Adeguate alla Fascite Plantare

Le calzature ideali per il trattamento e la prevenzione della fascite plantare dovrebbero aderire ai seguenti principi fondamentali:

Supporto dell’arco plantare: indispensabile per prevenire il collasso dell'arco, un fattore che può aggravare la tensione sulla fascia plantare.
Adeguata ammortizzazione del tallone: essenziale per attenuare l'impatto durante la deambulazione e distribuire uniformemente il carico biomeccanico attraverso il piede.
Solette ortopediche su misura: consigliate per conformarsi alla morfologia del piede del paziente, fornendo un supporto mirato nei punti critici.
Solette contro tallonite e fascite plantare: solette bio-funzionali che contrastano in modo completamente naturale le infiammazioni del piede e della caviglia.
Design strutturato del tallone: necessario per stabilizzare il piede e prevenire movimenti che possono esacerbare il dolore.

Si raccomanda di optare per calzature che siano basse ma non completamente piatte. Le suole devono essere sufficientemente flessibili per ammortizzare gli urti, senza costringere il piede in posizioni biomeccanicamente svantaggiose.

Per i pazienti che non possono escludere l'uso di tacchi per motivi professionali o personali, si suggerisce di selezionare tacchi di altezza moderata e di limitare il tempo trascorso in piedi per quanto possibile.

Anche le ballerine e gli infradito possono essere appropriate se scelte con attenzione. È cruciale che questi stili offrano un supporto adeguato alla fascia plantare. Si raccomandano infradito con un design ergonomico e ballerine con un lieve rialzo al tallone piuttosto che modelli completamente piatti.

L'adozione di queste linee guida nella scelta delle calzature è essenziale per gestire efficacemente i sintomi della fascite plantare e per contribuire a una migliore prognosi clinica del paziente. Questi principi dovrebbero guidare i pazienti nella selezione di calzature che promuovano una salute ottimale del piede, minimizzando il rischio di esacerbazione del disturbo.

Fascite plantare e soluzioni naturali

La gestione della fascite plantare richiede un approccio olistico che include la selezione di scarpe adeguate, ma anche trattamenti complementari come esercizi di stretching, supporti ortopedici e, quando indicato, soluzioni naturali, come quelle volte ad aumentare i livelli di ossido nitrico.

Nello specifico, si raccomandano le solette progettate proprio per prevenire le problematiche infiammatorie del piede e per accelerarne la guarigione quando esse sono già in corso, idratando e migliorando l'elasticità della fascia plantare e riducendo il rischio di micro-lacerazioni.

La chiave dell’efficacia di tali dispositivi, completamente ergonomici e privi di controindicazioni, risiede nel leggero aumento di ossido nitrico, sia a livello topico che endogeno.

L'ossido nitrico come cura naturale per la fascite plantare

L'ossido nitrico (NO) assume un ruolo cruciale nei meccanismi di guarigione e di risposta infiammatoria del corpo, operando come un vasodilatatore che ottimizza il flusso sanguigno e la distribuzione di nutrienti ai tessuti lesionati.

Nella fascite plantare, l'incremento del flusso sanguigno può tradursi in un sollievo rapido dai sintomi dolorosi e in una diminuzione dell'infiammazione.

Recenti ricerche indicano che i trattamenti che promuovono la produzione di ossido nitrico, quali creme topiche e supplementi dietetici, possono risultare efficaci nel supportare interventi fisioterapici e modifiche comportamentali.

Una maggiore quantità di ossido nitrico, molecola naturalmente presente nel nostro organismo, aumenta in termini di quantità - e anche nel tempo - l’irrigazione sanguigna dei tessuti muscolari e articolari coinvolti nella fascia plantare.

Una naturale sovrapproduzione di ossido nitrico porta, dunque, un notevole beneficio localizzato ai tendini plantari infiammati e alla intera struttura connettiva, prevenendo o risolvendo il problema.

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