Sindrome di Raynaud: la testimonianza di Anna Maria

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Qui raccontiamo una testimonianza reale, quella di Anna Maria Schiavinato: un percorso personale, concreto e verificabile, che mette al centro l’esperienza sul campo con i guanti senza dita NOAcademy e il contributo di un medico dello sport. Nessuna promessa assoluta, nessuna “cura miracolosa”: solo i fatti, come li ha vissuti lei.

Chi è Anna Maria

Il profilo di Anna Maria spiega molto del suo rapporto con il freddo, l’attività all’aria aperta e le mani.

  • Ex atleta con passato di livello nazionale nel getto del peso.

  • Diplomata ISEF, Master Instructor di Nordic Walking dal 2008.

  • National Trainer ANWI/INWA dal 2010.

  • Specializzata in educazione posturale con il metodo SM System.

  • Coordinatrice della palestra Strada Facendo a Treviso.

  • Autrice, insieme al dott. Carlo Di Salvo, del libro Vita Dimagrante (Jubal, 2005).

Il Nordic Walking fa parte della sua quotidianità dal 2006: uscite all’aperto, spesso la mattina molto presto, anche in condizioni meteo non proprio amichevoli. È proprio lì che il fenomeno di Raynaud presenta il conto.

Il problema: quando le dita non rispondono

La sindrome di Raynaud, per Anna Maria, è stata a lungo una compagna di allenamenti difficili: vasocostrizione alle mani, dolore, fastidio. Già in autunno, al raggiungimento di circa 6 °C, i sintomi si facevano sentire; con l’inverno la situazione peggiorava.

Stringere i bastoncini per generare la spinta corretta diventava complicato: le dita si chiudevano male, l’irrorazione sanguigna alle estremità era debole, e ogni gesto tecnico richiedeva uno sforzo extra.

“Nonostante questa disciplina sia la mia passione, con il freddo impugnare e stringere i bastoncini per generare la spinta era difficile e doloroso… La Sindrome di Raynaud si manifesta già in autunno a 6 gradi e, con l’inverno, la sensazione di freddo e il fastidio si aggrava.”

La primavera aiutava a togliere un po’ di peso al problema, ma non lo risolveva. Anna Maria non si è mai rassegnata, e allo stesso tempo non voleva sottoporsi a continue terapie mediche o assumere integratori a effetto sistemico.

“Mi rifiutavo di sottopormi a continue terapie mediche… Non era questo a fermarmi ma obiettivamente l’arrivo della primavera avanzata e delle temperature più miti rendeva più semplice l’avvio delle mie giornate sportive.”

SINDROME DI RAYNAUD

L’incontro (scettico) con i guanti senza dita NOAcademy

A un certo punto, arriva la proposta: provare i guanti senza dita NOAcademy — una soluzione non farmacologica che lavora con una tecnologia fotochimica pensata per supportare la bio disponibilità localizzata di ossido nitrico. L’idea, per Anna Maria, non è stata immediatamente convincente.

“Ammetto un certo scetticismo quando mi è stato proposto di indossare i guanti senza dita, anche utili per l’acrocianosi, che NOAcademy mi ha consigliato.”

Quello scetticismo però si scontra con un dato semplice: provare. E lo fa con il supporto di un medico che la conosce da anni.

Il parere medico: perché l’ossido nitrico ha un senso qui

Il dott. Carlo Di Salvo, specialista in medicina dello sport, segue Anna Maria da tempo. La sua considerazione è lineare: aumentare localmente la biodisponibilità di ossido nitrico può favorire la muscolatura interessata e la microcircolazione, contrastando i sintomi dolorosi con un approccio mirato e non sistemico.

“Il dott. Carlo Di Salvo mi ha rassicurato che una maggiore bio disponibilità localizzata di Ossido Nitrico non può che giovare alla muscolatura interessata (senza assumere integratori che invece la promuovono a livello sistemico con possibili effetti collaterali), contrastando in modo estremamente efficace i dolorosi sintomi della malattia di Raynaud.”

Il concetto chiave è tutto qui: migliorare irrorazione e ossigenazione è preferibile a subire la vasocostrizione che rende “pigri” i capillari e impedisce loro di trasportare correttamente sangue e nutrienti alle estremità.

“Una migliore irrorazione e ossigenazione del sangue è sempre meglio di una vasocostrizione. Una maggiore disponibilità di ossido nitrico direttamente sulle mani sarebbe stata la migliore cura.”

Come li ha usati e cosa è successo

Anna Maria introduce i guanti nella sua routine in modo semplice e costante:

  • li indossa la notte;

  • li usa durante le performance outdoor, soprattutto con il freddo.

Il tempo di attesa per capire se c’è un cambiamento è breve: circa una settimana. E il feedback è netto.

“Dopo circa una settimana in cui li indosso la notte ho sentito un sensibile miglioramento: le mani sono calde in profondità e mi permettono di iniziare meglio qualunque cosa, ho iniziato a muoverle agevolmente anche in basse temperatura come non succedeva da anni. I geloni alle mani sono un ricordo.”

Da allora, quando la temperatura scende — in autunno o con clima rigido — i guanti senza dita non mancano mai.

“Da allora — in particolare in autunno o con temperature rigide — indosso sempre i guanti senza dita NOAcademy: la notte intera e durante le mie performance outdoor. Sto bene e ne sentirei la mancanza! I guanti senza dita di NOAcademy sono la mia cura alla malattia di Raynaud e li consiglio sempre spontaneamente a chi ha problemi come i miei.”

Tecnologia fotochimica non farmacologica: cosa aspettarsi

I guanti senza dita NOAcademy utilizzati da Anna Maria si basano su una tecnologia fotocatalitica/fotochimica non farmacologica finalizzata a favorire localmente la disponibilità di ossido nitrico.

L’obiettivo è contrastare i sintomi tipici del fenomeno di Raynaud alle mani — freddo intenso, dolore, rigidità — con un approccio mirato. Anna Maria riferisce un miglioramento sensibile già dopo una settimana di utilizzo notturno, proseguendo poi anche durante le uscite outdoor.

Compra i guanti senza dita utilizzati da Anna Maria contro la sindrome di Raynaud, dotati di una incredibile tecnologia fotochimica non farmacologica.

 

Se cerchi su Google Sindrome di Raynaud, troverai come sinonimi Morbo di Raynaud, Fenomeno di Raynaud, malattia di Raynaud.

 

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