Fenomeno di Raynaud: una acrosindrome
La guida completa di NOAcademy sul fenomeno di Raynaud
Immagina di uscire in una mattina gelida: dopo pochi minuti le dita delle tue mani diventano bianche e insensibili, quasi come se il sangue fosse scomparso. Poi magari assumono un colore bluastro e, quando finalmente si riscaldano, tornano rosse e doloranti. Se ti è mai capitato, potresti avere familiarità con il fenomeno di Raynaud, una condizione abbastanza comune che colpisce la circolazione sanguigna periferica.
In parole semplici, il corpo reagisce in modo eccessivo al freddo o allo stress, restringendo temporaneamente i vasi sanguigni delle estremità. Il risultato? Dita (e a volte piedi, naso o orecchie) che cambiano colore e sensazione in modo drastico e improvviso.
Questo disturbo può spaventare la prima volta che si manifesta, ma nella maggior parte dei casi non è pericoloso. Infatti, di solito si tratta di un fenomeno transitorio e reversibile.
Cos’è il fenomeno di Raynaud?
Il fenomeno di Raynaud è un disturbo della circolazione periferica caratterizzato da episodi temporanei di vasospasmo eccessivo nelle arterie di piccolo calibro (soprattutto delle dita di mani e piedi). In pratica, in risposta a stimoli come il freddo intenso o lo stress emotivo, i vasi sanguigni di queste zone si restringono drasticamente, riducendo il flusso di sangue.
Questo provoca i caratteristici cambiamenti di colore delle estremità colpite: prima diventano pallide (per la mancanza di afflusso di sangue), poi spesso bluastre (per la scarsità di ossigeno nei tessuti) e infine, quando il sangue ritorna, appaiono rosse e possono pulsare o far male.
Sintomi e segni caratteristici del Raynaud
Il sintomo più riconoscibile del fenomeno di Raynaud è proprio il cambiamento di colore delle estremità interessate durante un attacco. Tipicamente, si osserva una sequenza in tre fasi:
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Fase 1 – Pallore: le dita colpite diventano bianche (a volte giallastre) perché il sangue arterioso non arriva più. Questa fase è detta ischemica: la pelle è fredda e insensibile al tatto.
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Fase 2 – Cianosi: se lo spasmo dura a lungo, i tessuti poveri di ossigeno assumono una colorazione blu-violacea. In questa fase spesso compare intorpidimento, formicolio e talvolta un dolore sordo. Non tutti sperimentano la fase blu: in alcuni casi l’attacco passa direttamente dal pallore al rossore.
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Fase 3 – Arrossamento (iperemia): quando finalmente il vaso si rilassa e il sangue torna a fluire, la parte colpita diventa rossa, calda e può far male o pulsare. La sensazione è simile a quella di "spilli" o bruciore man mano che la circolazione si ripristina.
Oltre alle alterazioni cromatiche, chi vive questo fenomeno riferisce che le dita diventano fredde come ghiaccio e perdono sensibilità durante l’attacco. Talvolta, soprattutto nella fase di ripristino, si può avvertire un dolore acuto o un senso di pulsazione dolorosa.
Le mani sono le più colpite, specialmente le dita. Anche i piedi possono essere interessati. Alcuni pazienti riferiscono sintomi persino al naso, orecchie o labbra – aree dove ci sono piccoli vasi che reagiscono al freddo – anche se ciò è meno comune.
=> Ecco un articolo completo che analizza nel dettaglio tutti i sintomi alle mani!
=> Soffri di Raynaud ai piedi? Abbiamo creato un articolo anche su questo.
Figura 1 - Tipica “fase bianca” del fenomeno di Raynaud nelle dita

Cause e tipi di Raynaud (primario vs secondario)
Nel Raynaud primario (detto anche malattia di Raynaud o fenomeno di Raynaud idiopatico) gli episodi di vasospasmo si manifestano in assenza di altre malattie sottostanti. In pratica i vasi reagiscono eccessivamente al freddo/stress per motivi non del tutto chiari – potrebbe esserci una predisposizione genetica o particolari sensibilità vascolari.
Il Raynaud primario è la forma più comune: rappresenta circa l’80-90% dei casi di Raynaud. Tende a insorgere in soggetti giovani (spesso donne sotto i 30 anni), e in circa la metà dei casi c’è una storia familiare (altre donne della famiglia con lo stesso disturbo), suggerendo una componente ereditaria.
=> Leggi il nostro articolo per approfondire l’ereditarietà della sindrome di Raynaud.
Il Raynaud secondario (o sindrome di Raynaud secondaria) invece non è una malattia a sé stante, bensì un campanello d’allarme che il corpo invia perché c’è qualcos’altro sotto. In altre parole, gli episodi di vasospasmo sono dovuti a (o aggravati da) una condizione sottostante. Quali condizioni? Le più comuni sono le malattie autoimmuni reumatologiche. In particolare, la connessione più nota è quella tra Raynaud e sclerosi sistemica (sclerodermia).
Un indizio per distinguere le due forme è l’età e il contesto: se un ragazzo di 20 anni (soprattutto donna) sviluppa Raynaud in modo simmetrico e lieve, probabilmente è primario idiopatico. Se un uomo di 50 anni inizia improvvisamente ad avere attacchi molto dolorosi e asimmetrici, magari accompagnati da altri sintomi (es. dolori articolari o ulcerine sulle dita), bisogna sospettare un Raynaud secondario a una malattia e fare indagini.
=> Leggi il nostro articolo per approfondire sulle cause della sindrome di Raynaud!
Chi colpisce e fattori di rischio
Il fenomeno di Raynaud è più comune di quanto si pensi. Si stima che circa il 5% della popolazione generale ne soffra, anche se la prevalenza reale varia a seconda del clima, del genere e di come vengono definiti gli episodi.
In generale, è noto che il Raynaud colpisce molto più spesso le donne rispetto agli uomini. I dati epidemiologici indicano che la prevalenza nelle donne può variare dal 2% fino a oltre il 15-20%, mentre negli uomini è più bassa (circa 1-12%). Un rapporto femmine:maschi comunemente citato è 9:1 a favore delle donne, specialmente nelle forme primarie giovanili.
L’età tipica di esordio del Raynaud primario è tra l’adolescenza e i 30 anni. È piuttosto raro che il Raynaud primario inizi dopo i 40 anni; se succede, occorre valutare bene la possibile presenza di cause secondarie.
Tra i fattori di rischio e predisponenti troviamo:
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Sesso femminile: come detto, l’essere donna aumenta la probabilità di avere il Raynaud, in particolare la forma primitiva idiopatica.
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Familiarità: avere parenti stretti (madre, sorelle) con Raynaud primario rende più probabile svilupparlo. Si parla in tal caso di predisposizione familiare.
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Clima freddo: vivere in regioni dal clima rigido o con inverni gelidi fa sì che il fenomeno sia più frequente. Non solo: anche la stagione conta. In estate molte persone col Raynaud stanno benone, mentre con i primi freddi autunnali ricominciano gli episodi.
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Professioni particolari: lavorare con strumenti vibranti o pneumatici (trapani, martelli demolitori ecc.) è un fattore di rischio (nota come sindrome da vibrazioni mano-braccio).
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Fumo di sigaretta: il fumo è un noto vasocostrittore periferico. Nei fumatori i sintomi di Raynaud tendono a essere peggiori. La nicotina potenzia gli attacchi e in generale danneggia la microcircolazione. Smettere di fumare è fondamentale se si vuole ridurre la frequenza degli episodi.
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Stress emotivo: questo non è tanto un fattore predisponente quanto scatenante. Persone che vivono sotto forte stress possono avere attacchi più frequenti; inoltre c’è chi ha Raynaud quasi esclusivamente in situazioni di ansia o tensione (Raynaud da stress).
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Sottopeso e alimentazione povera: può sembrare curioso, ma anche la costituzione fisica gioca un ruolo. Uno studio recente ha evidenziato che avere un basso peso corporeo (indice di massa < 18.5) o aver perso peso involontariamente è associato a un rischio maggiore di manifestare il fenomeno di Raynaud. In altre parole, persone molto magre spesso soffrono più il freddo e sono più soggette a vasospasmi alle estremità.
Altre malattie preesistenti: ovviamente, se uno ha una patologia del tessuto connettivo (lupus, sclerodermia ecc.) o alcune malattie endocrine (problemi tiroidei ad esempio) può essere più esposto al fenomeno di Raynaud secondario.
Farmaci/farmaci che possono innescare o esacerbare il fenomeno di Raynaud
Diagnosi del fenomeno di Raynaud
Riconoscere un fenomeno di Raynaud, in teoria, è abbastanza semplice dal punto di vista clinico: la storia tipica di dita che cambiano colore a chiazze col freddo è quasi inconfondibile. Spesso è il paziente stesso a riferire episodi caratteristici, e talvolta mostra al medico foto scattate durante un attacco.
Il medico di base o lo specialista (di solito un reumatologo o angiologo) in genere pone la diagnosi di Raynaud principalmente in base ai sintomi riferiti e all’osservazione clinica. Durante la visita, può provare a stimolare un leggero episodio immergendo una mano in acqua fredda per vedere la reazione (test di provocazione).
La vera sfida, più che diagnosticare il Raynaud in sé, è capire se si tratta di una forma primaria benigna o secondaria a qualcosa. Qui entrano in gioco alcuni esami diagnostici specifici:
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Capillaroscopia periungueale: è un esame semplice e non invasivo in cui si osservano, con un microscopio o una lente specifica, i capillari alla base delle unghie (di solito delle mani). È fondamentale perché nel Raynaud primario i capillari appaiono normali, mentre nel Raynaud secondario (soprattutto se legato a sclerodermia o malattie affini) i capillari mostrano alterazioni evidenti (capillari ingranditi, anomalie strutturali, aree senza capillari, microemorragie). La capillaroscopia è considerata il “gold standard” per distinguere Raynaud primario da secondario.
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Esami del sangue: spesso vengono richiesti i test per gli autoanticorpi (in particolare gli ANA, anticorpi antinucleo). Questo perché se risultano positivi e ad alto titolo, e magari con specifici anticorpi (come anticentromero, anti-Scl70, anti-DNA, anti-ENA a seconda dei casi), è un segnale che potrebbe esserci un disordine autoimmune latente.
Il fenomeno di Raynaud è pericoloso?
Nella maggior parte dei casi NO, il Raynaud primario è più un fastidio che un reale pericolo. Tuttavia, in alcune situazioni può diventare serio, specialmente se secondario.
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Raynaud primario: di solito è benigno. Gli episodi non lasciano strascichi: niente danni permanenti ai vasi o ai tessuti. Può essere invalidante a livello di qualità di vita (mani sempre fredde, bisogno di precauzioni costanti), ma raramente porta a complicazioni mediche gravi.
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Raynaud secondario: qui il discorso cambia un po’. Siccome è legato a una malattia di base, la pericolosità dipende da quella malattia. Ad esempio, nella sclerodermia il fenomeno di Raynaud può essere molto aggressivo e portare a ulcere dolorose sulle dita e, se trascurato, persino a necrosi (gangrena) di estremità in casi estremi.
Un altro aspetto di pericolosità del Raynaud secondario è che può precedere una malattia grave.
Ad esempio, una persona può avere Raynaud per anni e poi sviluppare sintomi di sclerodermia.
Per questo, in medicina, il Raynaud “isolato” ma con fattori sospetti (capillari anormali, anticorpi positivi) viene monitorato strettamente: potrebbe essere il preludio a una malattia autoimmune (fenomeno di Raynaud “secondario latente”).
Trattamenti medici per il fenomeno di Raynaud
Come si cura o si gestisce il fenomeno di Raynaud? Non esiste una “pillola magica” che lo faccia sparire per sempre, purtroppo. L’obiettivo delle cure è ridurre la frequenza e la severità degli attacchi e prevenire i danni nei casi secondari.
La prima linea di intervento non è un farmaco, ma il buon senso e qualche accorgimento pratico:
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Evitare l’esposizione al freddo: Sembra ovvio ma è fondamentale. Vestirsi bene, indossare guanti caldi, calze pesanti, tenere il corpo al caldo. Anche a casa/in ufficio, attenzione all’aria condizionata troppo fredda. Per chi deve maneggiare oggetti freddi (es. cibi surgelati), usare i guanti.
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Evitare bruschi sbalzi di temperatura: Passare repentinamente da un ambiente caldo a uno gelido può scatenare Raynaud immediatamente. Meglio fare transizioni graduali se possibile.
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Non fumare: L’abbiamo già detto ma ribadiamolo: il fumo è un nemico della circolazione. Smettere di fumare può da solo migliorare molto i sintomi nel tempo.
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Gestire lo stress: Più facile a dirsi che a farsi, ma tecniche di rilassamento, respirazione, yoga o meditazione possono aiutare a limitare gli attacchi da stress. Anche un breve esercizio di respirazione profonda può attenuare un vasospasmo da nervosismo.
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Esercizio fisico moderato: Mantenere una buona circolazione generale con attività fisica regolare (passeggiate, bici, nuoto in acqua tiepida, ginnastica) può giovare, perché migliora la salute vascolare.
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Tenere mani e piedi attivi: Durante un episodio, muovere le dita, roteare le braccia e le gambe, fare ampi movimenti circolari può facilitare il ritorno del sangue. Anche mettere le mani sotto le ascelle (nel caldo del proprio corpo) o in acqua tiepida può far cessare un attacco più velocemente.
Queste misure conservative spesso sono sufficienti nelle forme lievi. Nel Raynaud primario leggero, seguendo questi consigli molte persone riescono a convivere bene con la condizione senza dover prendere farmaci.
Se il Raynaud è causato da, per esempio, lupus o sclerodermia, trattare al meglio quella malattia con i farmaci appropriati spesso porta miglioramenti anche nel fenomeno di Raynaud.
Rimedi naturali e consigli pratici quotidiani
Esistono numerosi rimedi naturali e accorgimenti pratici che possono aiutare chi soffre di Raynaud a condurre una vita più confortevole. Spesso sono piccoli cambiamenti nello stile di vita, ma sommati fanno la differenza tra mani costantemente doloranti e mani sotto controllo. Eccone alcuni:
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Guanti speciali e accessori riscaldanti: I guanti sono il miglior amico di chi ha Raynaud. Oggi ne esistono di vario tipo: dai classici guanti di lana o pile (sempre utili) a quelli riscaldati a batteria, che emettono calore costante, fino ai guanti con fibre d’argento che riflettono il calore corporeo. I nostri guanti NOAcademy sono sviluppati con una speciale tecnologia che stimola la produzione di Ossido Nitrico.
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Omega-3 (olio di pesce): Un rimedio naturale con un po’ di evidenza è l’olio di pesce (ricco di acidi grassi omega-3). Uno studio clinico ha dimostrato che assumere integratori di olio di pesce ad alto dosaggio migliora la tolleranza al freddo e diminuisce gli episodi di vasospasmo nelle persone con Raynaud primario.
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Succo di barbabietola e nitrati naturali: Un interessante studio del 2019 ha scoperto che bere succo di barbabietola ricco di nitrati ha migliorato il flusso di sangue nei pazienti con Raynaud. I nitrati alimentari (presenti anche nelle verdure a foglia verde) nel corpo si convertono in ossido nitrico, un potente vasodilatatore.
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Alimentazione equilibrata: in generale segui una dieta sana, varia e ricca di antiossidanti. Vitamina C, vitamina E, polifenoli (frutta, verdura, tè verde) supportano la salute dei vasi.
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Idratazione della pelle: mani e piedi ben idratati e curati tollerano meglio il freddo. Usa creme emollienti per mantenere la pelle elastica; se compaiono piccoli taglietti o geloni, trattali subito per evitare infezioni.
Ricorda, ogni individuo è diverso: ciò che funziona per uno potrebbe non fare effetto per un altro. Ma provare diversi rimedi naturali (sempre con criterio e senza abbandonare eventuali terapie mediche necessarie) ti aiuterà a costruire la tua strategia personale per tenere a bada il Raynaud.
Sei curioso di conoscere l’esperienza di altre persone? Leggi le testimonianze di Anna Maria, Emanuela e Giovanna che hanno testato in prima persona i guanti NOAcademy.
Alimentazione e sindrome di Raynaud
Anche se non esiste una “dieta per il Raynaud” ufficiale, alcune scelte alimentari possono influenzare positivamente (o negativamente) la circolazione periferica.
Cibi consigliati per favorire la circolazione:
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Pesce azzurro e grasso (salmone, sardine, sgombro): ricco di omega-3, come detto utili per la funzione endoteliale e la fluidità del sangue. Consumare pesce 2-3 volte a settimana è una buona abitudine.
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Frutta e verdura a volontà: forniscono vitamine antiossidanti (C ed E in primis) e polifenoli che proteggono i vasi. Frutti di bosco, agrumi, kiwi (vitamina C), frutta secca come mandorle e noci (vitamina E, oltre a omega-3 vegetali) sono ottimi. Verdure a foglia verde e barbabietole apportano nitrati naturali che possono agevolare la vasodilatazione.
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Spezie riscaldanti: zenzero, peperoncino, curcuma – non ci sono prove dirette che “curino” il Raynaud, ma hanno effetto termogenico e anti-infiammatorio. Mettere un pizzico di peperoncino nelle pietanze o bere una tisana zenzero e limone può giovare sia per riscaldarsi sia per beneficiare dei loro effetti.
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Idratazione adeguata: bere acqua e tisane regolarmente. La disidratazione può ridurre il volume plasmatico e peggiorare la perfusione periferica.
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Cioccolato fondente e tè verde: ricchi di flavonoidi che dilatano i vasi (il cacao in particolare contiene epicatechine benefiche per l’endotelio). Ovviamente con moderazione, per non introdurre troppi stimolanti o zuccheri.
Cibi/bevande da moderare:
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Caffeina: come detto, caffè e tè vanno bene ma senza esagerare. Troppa caffeina può causare vasocostrizione e aumento dello stress. Se noti che dopo 3 caffè le tue mani sono più fredde, riduci le dosi.
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Alcol: un bicchiere di vino o birra ogni tanto non è un problema, ma evitare abbuffate alcoliche. L’effetto vasodilatatore immediato dell’alcol è seguito da vasocostrizione e dispersione di calore – non ideale.
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Sale in eccesso: troppo sodio può contribuire all’ipertensione e rigidità vascolare, quindi meglio non esagerare con cibi salati.
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Diete drastiche o squilibrate: come visto, essere sottopeso o con carenze nutrizionali può peggiorare il Raynaud. Quindi no a diete estreme che eliminano interi gruppi alimentari senza ragione.
=> Leggi il nostro articolo più dettagliato sulla sindrome di Raynaud e l’alimentazione



Esempio di risultati normali nella capillaroscopia delle pieghe delle unghie che mostrano una normale densitа capillare e una normale morfologia capillare
Raynaud in estate: come gestirlo
Abbiamo accennato al fatto che il Raynaud non sparisce necessariamente durante la bella stagione. Anzi, molte persone riportano episodi anche nei mesi caldi. Vediamo qualche scenario comune:
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Aria condizionata forte: entrare in un supermercato, cinema o ufficio con aria condizionata a 18°C provenendo dall’esterno a 35°C può provocare un attacco improvviso, perché il corpo non se lo aspetta e non ci si è coperti adeguatamente.
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Nuotare in mare/piscina: l’acqua può essere fresca anche in estate. Molti trovano che mani e piedi diventano pallidi dopo un bagno un po’ lungo.
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Bevande ghiacciate e gelati: tenere in mano un ghiacciolo o una bevanda con ghiaccio senza protezione può scatenare Raynaud a singole dita.
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Ventilatori e correnti d’aria: anche se la temperatura ambientale è alta, una ventilazione diretta sulle mani sudate può farle raffreddare di colpo.
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Da caldo a freddo (viceversa): dopo essere stati al sole e poi entrare in una piscina fresca, o passare da una stanza calda a una molto climatizzata (e viceversa uscire da un luogo freddo al caldo umido esterno) provoca stress vascolare.
Insomma, il concetto è sempre evitare gli shock termici anche in estate. Leggi il nostro approfondimento sulla sindrome di Raynaud in estate.
Il fenomeno di Raynaud nei bambini
Può sorprendere, ma anche i bambini possono soffrire di fenomeno di Raynaud. In genere si manifesta nell’adolescenza, ma sono stati riportati casi anche in bimbi più piccoli (persino sotto i 10 anni). Quando si vede un bambino con dita che cambiano colore al freddo, è fondamentale distinguere se è un Raynaud primitivo o se potrebbe essere spia di una malattia autoimmune pediatrica.
La buona notizia è che nella maggior parte dei bambini si tratta di Raynaud primario, senza conseguenze serie. I piccoli pazienti sperimentano gli attacchi ma crescono senza sviluppare malattie reumatologiche.
Bisogna però tenere d’occhio quei pochi casi in cui il Raynaud infantile è “atipico”: se un bambino ha Raynaud molto intenso, doloroso, o con segni come rash cutanei, dolori articolari, stanchezza eccessiva, allora si procede con esami per escludere connettiviti giovanili.
=> Leggi il nostro approfondimento sul fenomeno di Raynaud nei bambini!
Convivere con il Raynaud: conclusioni e risorse utili
Con tutto quello che abbiamo esplorato, il messaggio chiave è che si può convivere con il fenomeno di Raynaud e mantenere una buona qualità di vita. È vero, richiede qualche accortezza in più – come avere sempre un paio di guanti a portata di mano, o dover declinare quell’escursione in montagna senza adeguata preparazione – ma con il tempo queste diventano seconda natura. Molte persone affette da Raynaud imparano a prevedere i propri attacchi e a prevenirli efficacemente.
Ecco un breve riepilogo pratico:
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Conosci i tuoi trigger: per la maggioranza è il freddo, ma per alcuni può essere lo stress o le vibrazioni. Sapere cosa scatena il tuo Raynaud ti permette di evitarlo o mitigarlo.
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Equipaggiati bene: investire in abbigliamento termico di qualità (guanti, calze, scarpe calde) è il miglior “trattamento” preventivo. Esistono anche dispositivi come piccoli scaldapiedi elettrici da tenere sotto la scrivania, o mouse riscaldanti per chi lavora al PC con mani fredde.
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Non sottovalutare i segnali: se noti peggioramenti o cambiamenti (es. attacchi più frequenti o dolore persistente), informane il medico. Potrebbe voler dire che serve aggiustare la terapia o fare un controllo per cause secondarie emergenti.
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Condividi con gli altri: spiega ad amici e familiari cos’è il Raynaud. È importante che capiscano che quando dici “ho freddo alle mani” non è un capriccio ma una condizione medica. La sensibilizzazione aiuta, ad esempio, a far sì che al lavoro non si esageri con l’aria condizionata, o che gli amici non ti guardino strano se indossi i guanti in ottobre.
Per approfondire ulteriormente ogni aspetto di questa condizione, ti invitiamo a consultare la nostra guida completa sulla sindrome di Raynaud.

Domande frequenti
Cosa provoca la sindrome di Raynaud?
È un vasospasmo dei piccoli vasi scatenato soprattutto da freddo e stress. Possono contribuire fumo, vibrazioni sul lavoro e alcuni farmaci. Nella forma secondaria c’è spesso una malattia di base (per esempio sclerodermia). Riconoscere i trigger e, se serve, indagare le cause è fondamentale.
Quali sono i sintomi della sindrome di Raynaud?
Le dita diventano prima bianche, poi blu e infine rosse quando il sangue ritorna. Puoi avvertire intorpidimento, formicolio e dolore “pulsante”. Gli attacchi durano minuti, a volte più. Mani e piedi sono i più colpiti; ulcere o asimmetria meritano valutazione medica.
Cosa mangiare se hai la sindrome di Raynaud?
Non esiste una “dieta del Raynaud”. Punta su stile mediterraneo, pasti e bevande calde quando fa freddo, buona idratazione, controllo di peso e colesterolo. Se hai carenze, parlane con il medico; l’obiettivo è proteggere la salute vascolare generale più che un alimento “miracoloso”.
Cosa non fare con la sindrome di Raynaud?
Evita sbalzi di temperatura e aria condizionata diretta, fumo e esposizioni prolungate a vibrazioni. Non sospendere farmaci senza confronto col medico e verifica se alcuni medicinali peggiorano i sintomi. Riduci stress e tieni sempre a portata guanti o scaldamani per prevenire gli attacchi.
Si può guarire dalla sindrome di Raynaud?
Nella forma primaria spesso si tiene a bada e col tempo può attenuarsi, ma non parliamo di “guarigione” definitiva. Nella secondaria la gestione dipende dalla causa. Con protezione dal freddo, correzione dei trigger e terapie mirate si riducono nettamente frequenza e complicanze.
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