Tutore per epitrocleite - curare senza farmaci
Tutore per Epitrocleite: La Guida Completa per Sceglierlo e Usarlo al Meglio
Se soffri di epitrocleite, quel dolore fastidioso nella parte interna del gomito che ti accompagna durante le attività quotidiane, probabilmente hai già sentito parlare del tutore come possibile soluzione. E hai ragione: questo semplice dispositivo può davvero fare la differenza nel tuo percorso di guarigione.
L'epitrocleite, conosciuta anche come "gomito del golfista", è un'infiammazione dei tendini che può rendere difficili anche i gesti più semplici, dal girare una maniglia all'afferrare una tazza di caffè. La buona notizia? Con gli strumenti giusti e un approccio completo, puoi tornare a muoverti liberamente.
In questo articolo scoprirai:
- Come il tutore può alleviare il dolore e accelerare la guarigione
- Quale tipo di tutore scegliere in base alla tua situazione
- Come indossarlo correttamente per ottenere i migliori risultati
- Esercizi e rimedi naturali da abbinare per un recupero completo
Epitrocleite: Capire il Problema per Risolverlo
Prima di parlare del tutore, facciamo un passo indietro. L'epitrocleite è un'infiammazione che colpisce i tendini della parte interna del gomito, proprio dove si inseriscono i muscoli che ti permettono di flettere il polso e ruotare l'avambraccio. È la zona che usi quando stringi qualcosa, quando ruoti una chiave nella serratura, quando giochi a golf o sollevi pesi.
A differenza della più famosa epicondilite laterale (il "gomito del tennista") che interessa l'esterno del gomito, l'epitrocleite colpisce la zona mediale. Il risultato è lo stesso: dolore, limitazione nei movimenti e frustrazione.
In parole semplici: immagina i tendini come delle corde elastiche che collegano i muscoli all'osso. Quando li usi troppo o nel modo sbagliato, si infiammano e ogni movimento diventa doloroso. Il tutore agisce come un "aiutante silenzioso" che riduce la tensione su queste corde, permettendo loro di riposare e guarire.
Ed è proprio qui che entra in gioco il tutore. Non è una bacchetta magica, ma uno strumento che lavora su più fronti: riduce lo stress meccanico sui tendini infiammati, limita i movimenti dannosi e ti permette di continuare molte attività quotidiane senza peggiorare la situazione.
Chi Ha Bisogno del Tutore per Epitrocleite
Forse ti stai chiedendo se il tutore fa davvero al caso tuo. Vediamo insieme chi può beneficiarne maggiormente.
Se sei uno sportivo, potresti essere più esposto di altri. I golfisti sono i classici candidati (da qui il nome "gomito del golfista"), ma non sono gli unici. Anche chi gioca a padel, tennis, baseball, o pratica sollevamento pesi conosce bene questo problema. La lista include pure schermidori, arcieri e lanciatori del giavellotto.
Ma l'epitrocleite non è solo una questione sportiva. Molte persone la sviluppano semplicemente svolgendo il proprio lavoro. Se sei un muratore, un idraulico, un macellaio, un cuoco o un barista, probabilmente usi gomito e polso in modo ripetitivo per ore ogni giorno. Anche chi lavora al computer con una postura scorretta può sviluppare questa infiammazione.
I dati ci dicono che l'epitrocleite colpisce principalmente tra i 40 e i 60 anni, ma può presentarsi in un'ampia fascia d'età, dai 12 agli 80 anni. Non fa differenze tra uomini e donne, e quasi sempre interessa il braccio che usi di più.
I Diversi Tipi di Tutori: Trova Quello Giusto per Te
Non tutti i tutori sono uguali, e scegliere quello giusto può accelerare notevolmente il tuo recupero. Vediamo le opzioni principali.
La Fascia di Controspinta: Libertà e Protezione
Questa è probabilmente la soluzione più versatile. Si tratta di una fascia che avvolgi attorno all'avambraccio, qualche centimetro sotto il gomito. Sembra semplice, ma il suo funzionamento è ingegnoso: comprime i muscoli flessori proprio nel punto giusto, riducendo la tensione che arriva fino ai tendini infiammati dell'epitroclea.
Il bello di questa fascia è che ti lascia una buona libertà di movimento. È leggera, discreta (puoi indossarla sotto una maglietta a maniche lunghe) e puoi regolare la compressione in base a come ti senti. Perfetta se devi lavorare, fare sport o semplicemente vuoi continuare le tue attività quotidiane con un supporto adeguato.
Il Tutore Rigido: Quando Hai Bisogno di Maggiore Protezione
Se il dolore è intenso e hai bisogno di limitare davvero i movimenti, il tutore rigido con stecche laterali è la scelta migliore. Questo dispositivo avvolge il gomito e, grazie alle stecche, riduce drasticamente i movimenti di flessione ed estensione che potrebbero peggiorare l'infiammazione.
È particolarmente utile nelle prime settimane dopo la diagnosi, quando l'infiammazione è al culmine e ogni movimento sembra un problema. Molti lo usano anche di notte, perché durante il sonno tendiamo a piegare i gomiti in posizioni che possono irritare ulteriormente i tendini.
La Manica Compressiva: Comfort per Tutto il Giorno
Immagina una calza da runner, ma per il braccio. La manica compressiva fornisce una pressione graduata su tutto l'avambraccio, migliorando la circolazione sanguigna e riducendo eventuale gonfiore. Non blocca i movimenti come il tutore rigido, ma offre un supporto costante e confortevole.
È l'ideale se sei nella fase di recupero e hai superato il dolore acuto, oppure se vuoi un supporto discreto durante le attività leggere. Molte persone la trovano così comoda che dimenticano di averla indosso.
Il Tutore Combinato: La Soluzione Completa
Nei casi più complessi, quando l'infiammazione coinvolge anche il polso o quando hai bisogno di controllare meglio i movimenti di rotazione dell'avambraccio, esiste il tutore combinato gomito-polso. Stabilizza entrambe le articolazioni, prevenendo quei movimenti compensatori che spesso peggiorano la situazione quando proteggi una zona ma ne sovraccarichi un'altra.
Come Indossare il Tutore: I Dettagli che Fanno la Differenza
Anche il tutore migliore del mondo funziona male se lo indossi nel modo sbagliato. Ecco come fare.
Per la Fascia di Controspinta
Trova il punto giusto: 2-3 centimetri sotto la piega del gomito, non di più. Avvolgi la fascia attorno all'avambraccio facendo in modo che l'eventuale cuscinetto interno sia rivolto verso i muscoli della parte interna (quelli che senti tesi quando pieghi il polso verso il basso).
Ora viene la parte delicata: regolare la tensione. Non deve essere troppo stretta da bloccare la circolazione (se le dita diventano fredde o formicolano, hai esagerato), ma nemmeno troppo lenta da scivolare durante il movimento. La regola d'oro? Deve essere percepibile ma confortevole. Dovresti riuscire a far scorrere un dito tra la fascia e la pelle.
Per il Tutore Rigido
Fai scorrere il tutore sul braccio con il gomito leggermente piegato. Le stecche laterali devono centrare perfettamente l'articolazione del gomito. Ora chiudi le cinghie partendo da quella più vicina al gomito, poi procedi con le altre.
La tensione giusta? Il tutore deve restare fermo senza scivolare, ma devi comunque riuscire a muovere le dita liberamente. Se dopo 10-15 minuti senti intorpidimento o vedi che le dita cambiano colore, allenta un po'.
Quanto Tenerlo: La Progressione Ideale
Nella fase acuta, quando il dolore è forte, puoi indossare il tutore 6-8 ore al giorno, anche durante il sonno se ti aiuta. Man mano che migliori, riduci gradualmente: usalo durante le attività a rischio e per un paio d'ore dopo.
Quando sei nella fase di recupero avanzato, il tutore diventa più uno strumento preventivo: lo indossi solo quando fai attività che potrebbero sollecitare il gomito, come giocare a golf, sollevare oggetti pesanti o lavorare con strumenti manuali.
Il Tutore Non Basta: I Rimedi Naturali che Accelerano la Guarigione
Il tutore è un ottimo alleato, ma funziona molto meglio se lo inserisci in una strategia più ampia. Vediamo cosa puoi fare per aiutare davvero il tuo gomito a guarire.
Ghiaccio e Calore: Semplici ma Efficaci
Il ghiaccio è il tuo migliore amico nelle prime fasi. Riempì una borsa di ghiaccio (o usa un sacchetto di piselli surgelati, funzionano benissimo), avvolgila in un panno e applicala sulla parte interna del gomito per 15-20 minuti. Ripeti 3-4 volte al giorno, soprattutto dopo attività che hanno sollecitato il braccio.
Il freddo funziona perché riduce l'infiammazione e "addormenta" temporaneamente le terminazioni nervose che trasmettono il dolore. È particolarmente utile nelle prime 48-72 ore.
Dopo qualche giorno, quando la fase acuta è passata, puoi passare al calore. Un impacco caldo umido per 15 minuti prima di fare gli esercizi di stretching aiuta a rilassare i muscoli e prepara i tessuti al movimento. Il calore aumenta il flusso sanguigno, portando ossigeno e nutrienti che accelerano la riparazione.
Riposo Intelligente: Non Significa Stare Fermi
Quando parliamo di riposo per l'epitrocleite, non intendiamo immobilizzare completamente il braccio. Anzi, sarebbe controproducente. Parliamo piuttosto di "riposo modificato": continuare a muoverti, ma evitando quelle attività specifiche che hanno scatenato l'infiammazione.
In pratica? Se il tuo problema è nato giocando a golf, sospendi temporaneamente ma continua a usare il braccio per attività leggere quotidiane. Se lavori al computer, fai pause frequenti e cambia posizione. Alterna periodi di attività con momenti di riposo, ascoltando i segnali del tuo corpo.
Gli Integratori che Possono Aiutare
Non sono miracolosi, ma alcune sostanze naturali possono davvero supportare il processo di guarigione.
La curcuma, grazie al suo principio attivo curcumina, è un potente antinfiammatorio naturale. Studi scientifici ne hanno confermato l'efficacia. La dose utile è di 1.000-1.500 mg al giorno, meglio se combinata con un pizzico di pepe nero (la piperina aumenta l'assorbimento).
Gli omega-3, quelli che trovi nell'olio di pesce, nei semi di lino e nelle noci, aiutano a ridurre l'infiammazione sistemica. Due-tre grammi al giorno possono fare la differenza, specialmente se li assumi con costanza per diverse settimane.
Il collagene sta guadagnando sempre più attenzione nella riabilitazione tendinea. I tendini sono fatti principalmente di collagene, quindi ha senso fornire all'organismo i mattoncini necessari per ricostruire i tessuti danneggiati. La dose consigliata è 10-15 grammi al giorno, preferibilmente prima di fare gli esercizi terapeutici.
La bromelina, un enzima estratto dall'ananas, ha dimostrato proprietà antinfiammatorie interessanti. Puoi assumerla come integratore (500 mg, 2-3 volte al giorno) lontano dai pasti per massimizzare l'effetto antinfiammatorio.
Gli Esercizi che Fanno la Differenza
Eccoci alla parte davvero importante. Il tutore protegge, il ghiaccio allevia, ma sono gli esercizi che davvero risolvono il problema a lungo termine. Vediamo come procedere con gradualità.
Le Prime Due Settimane: Gentilezza e Pazienza
Quando il dolore è ancora intenso, l'obiettivo non è rinforzare ma mantenere una minima mobilità e iniziare a distendere delicatamente i tessuti contratti.
Stretching dolce dei muscoli flessori: Stendi il braccio davanti a te con il palmo rivolto verso l'alto, come se stessi reggendo un vassoio. Con l'altra mano, abbassa delicatamente le dita verso il basso finché non senti una leggera tensione (non dolore acuto!) nella parte interna dell'avambraccio. Mantieni la posizione per 20-30 secondi respirando profondamente, poi rilascia. Ripeti 3 volte, 3-4 volte al giorno.
Contrazioni senza movimento: Appoggia l'avambraccio su un tavolo con il palmo rivolto verso l'alto. Premi la mano contro il tavolo (o contro l'altra mano) senza muovere il polso. L'idea è contrarre i muscoli senza stressare i tendini con il movimento. Mantieni la contrazione per 5-10 secondi, rilascia lentamente. Ripeti 10 volte, due volte al giorno. Ti sembrerà troppo poco, ma nelle prime fasi è esattamente quello che serve.
Settimane 3-6: Iniziamo a Costruire Forza
Ora che il dolore acuto è passato, puoi iniziare a lavorare sul rinforzo muscolare con movimenti controllati.
Flessione con elastico: Siediti comodamente e appoggia l'avambraccio sulla coscia, palmo verso l'alto. Tieni un'estremità di un elastico (quelli da ginnastica vanno benissimo) sotto il piede, l'altra in mano. Fletti il polso verso l'alto contro la resistenza dell'elastico, poi torna giù lentamente. Il movimento deve essere fluido e controllato. Fai 3 serie da 12-15 ripetizioni, una volta al giorno. Se senti dolore acuto, fermati: la resistenza è troppo forte.
Rotazioni controllate: Piega il gomito a 90 gradi e tieni l'avambraccio parallelo al pavimento. Prendi un piccolo peso (anche solo mezzo chilo va bene all'inizio, o un martello se non hai pesi) e ruota lentamente il polso da palmo verso l'alto a palmo verso il basso. Questo movimento rinforza sia i muscoli pronatori che i supinatori, importantissimi per la stabilità del gomito. Fai 3 serie da 10 ripetizioni per lato, una volta al giorno.
Settimane 7-12: Il Recupero Completo
Siamo nella fase finale. Il dolore dovrebbe essere minimo o assente, e ora l'obiettivo è riportare il gomito alla piena funzionalità.
Flessioni con manubrio: Appoggia l'avambraccio su un tavolo con il palmo verso l'alto e il polso oltre il bordo. Tieni un manubrio leggero (1-2 kg) e fletti il polso verso l'alto, poi abbassalo lentamente. Il segreto è nella fase discendente: deve durare il doppio della salita. Fai 3 serie da 12-15 ripetizioni. Aumenta gradualmente il peso quando l'esercizio diventa troppo facile.
Rinforzo della presa: Prendi una pallina antistress o da tennis e stringila con forza per 5 secondi, poi rilascia lentamente. Sembra banale, ma la forza di presa è fondamentale per proteggere il gomito da future recidive. Fai 3 serie da 15 ripetizioni, due volte al giorno. Puoi farlo mentre guardi la TV o leggi un libro.
Il lavoro eccentrico: Questo è probabilmente l'esercizio più importante per la riabilitazione tendinea. Usa l'altra mano per portare il polso in flessione massima (piegato verso il basso). Ora togli la mano d'aiuto e resisti lentamente mentre il polso torna in posizione neutra. Conta fino a 5 durante questa fase di resistenza. Studi scientifici hanno dimostrato che il lavoro eccentrico stimola la riorganizzazione delle fibre tendinee, rendendole più forti e resistenti. Fai 3 serie da 8-10 ripetizioni, 2-3 volte a settimana.
Prevenire è Meglio che Curare: Come Evitare che Ritorni
Una volta risolto il problema, l'ultima cosa che vuoi è vederlo ricomparire. Ecco come proteggere il tuo gomito nel lungo termine.
Sistema il Tuo Ambiente di Lavoro
Se lavori al computer, l'ergonomia fa una differenza enorme. La scrivania deve essere all'altezza giusta perché i gomiti formino un angolo di 90 gradi quando scrivi. La tastiera dovrebbe essere abbastanza vicina da non dover estendere troppo le braccia. Ogni ora, alzati e fai qualche movimento di distensione.
Se usi attrezzi manuali, scegli quelli con impugnature ergonomiche. Un'impugnatura più spessa e imbottita distribuisce meglio lo stress sulla mano e riduce la tensione che arriva al gomito. Alterna compiti che sollecitano il gomito con attività diverse: la variazione è la chiave.
Rivedi la Tua Tecnica Sportiva
Se l'epitrocleite è nata giocando a golf, potrebbe valere la pena investire in qualche lezione con un buon maestro. Spesso il problema non è quanto giochi, ma come lo fai. Una presa della mazza troppo stretta o un movimento scorretto nel backswing possono sovraccaricare enormemente i tendini del gomito.
Lo stesso vale per il tennis, il padel o qualsiasi altro sport. La tecnica corretta non solo ti protegge dagli infortuni, ma migliora anche le tue performance. Due piccioni con una fava.
Il Riscaldamento Non È Opzionale
Prima di qualsiasi attività che sollecita il gomito, dedica 5-10 minuti al riscaldamento. Non serve niente di complicato: rotazioni circolari del polso, apertura e chiusura delle dita, qualche stretching leggero dei flessori. Questo prepara i tessuti all'attività e riduce drasticamente il rischio di ricadute.
Mantieni la Forza Muscolare
Anche quando sei completamente guarito, continua a fare alcuni esercizi di rinforzo almeno due volte a settimana. Muscoli forti proteggono i tendini assorbendo parte dello stress. Concentrati sui flessori del polso, ma non dimenticare la spalla: una spalla debole porta spesso a compensare con il gomito, creando sovraccarico.
Quando È il Momento di Chiedere Aiuto
Il tutore e i rimedi naturali funzionano benissimo per la maggior parte delle persone, ma ci sono situazioni in cui hai bisogno dell'occhio esperto di un professionista.
Se il dolore persiste oltre 6-8 settimane nonostante il riposo, il tutore e gli esercizi, è ora di consultare qualcuno. Lo stesso vale se i sintomi peggiorano progressivamente invece di migliorare, o se ti ritrovi incapace di fare attività quotidiane basilari come girare una maniglia o versare l'acqua.
Presta attenzione a segnali come formicolio costante che si estende fino alla mano, gonfiore evidente o arrossamento della zona, perdita di forza nell'arto. Questi potrebbero indicare complicazioni che richiedono un intervento più specifico.
Il fisioterapista può creare un programma riabilitativo personalizzato, utilizzare tecniche manuali per mobilizzare i tessuti e applicare terapie strumentali come ultrasuoni, laser o TENS che accelerano la guarigione. L'ortopedico può richiedere esami approfonditi come ecografia o risonanza magnetica e valutare trattamenti più avanzati come infiltrazioni o onde d'urto. L'osteopata può lavorare su eventuali disfunzioni posturali che contribuiscono al sovraccarico del gomito.
Tecnologie Innovative: Il Futuro è Già Qui
Il mondo della riabilitazione evolve continuamente, e oggi abbiamo a disposizione soluzioni che vanno oltre il semplice supporto meccanico del tutore tradizionale.
Alcuni dispositivi di ultima generazione utilizzano tessuti speciali che stimolano la produzione di ossido nitrico, una molecola naturalmente presente nel nostro corpo che ha proprietà straordinarie. L'ossido nitrico favorisce la vasodilatazione, migliorando l'afflusso di sangue alla zona infiammata. Più sangue significa più ossigeno, più nutrienti e un processo di guarigione accelerato.
Come funziona? Questi tessuti fotoattivi riflettono specifiche lunghezze d'onda della luce infrarossa che il tuo corpo emette naturalmente. Questo processo fotochimico stimola la produzione endogena di ossido nitrico esattamente dove serve, senza farmaci e senza effetti collaterali.
Un'altra opzione interessante è il kinesio taping, quelle strisce colorate che vedi addosso agli atleti. Applicato correttamente da un fisioterapista, il taping sostiene i muscoli senza limitare troppo il movimento, migliora la propriocezione (la percezione che hai del tuo corpo nello spazio) e favorisce il drenaggio linfatico. Molti lo trovano più confortevole di un tutore rigido, specialmente durante lo sport.
Le Tue Domande, Risposte Chiare
Per quanto tempo ogni giorno dovrei indossare il tutore? Dipende molto da dove sei nel tuo percorso di guarigione. All'inizio, quando il dolore è intenso, 6-8 ore al giorno sono normali, anche durante la notte se ti aiuta a dormire meglio. Man mano che migliori, riduci gradualmente: usalo durante le attività che potrebbero stressare il gomito e per un paio d'ore dopo. Quando sei quasi guarito, diventa più uno strumento preventivo da usare solo quando serve.
Posso dormire con il tutore? Assolutamente sì, specialmente se il dolore notturno ti tiene sveglio. Molte persone trovano che un tutore rigido che mantiene il gomito leggermente flesso aiuta moltissimo. Durante il sonno tendiamo a piegare i gomiti in posizioni estreme che irritano i tendini. Se però il tutore ti dà troppo fastidio e ti impedisce di dormire, meglio toglierlo: il sonno ristoratore è importante quanto la protezione del gomito.
Il tutore guarisce davvero l'epitrocleite o serve solo per alleviare il dolore? Bella domanda. Il tutore fa entrambe le cose. Da un lato allevia il dolore riducendo lo stress meccanico sui tendini infiammati. Dall'altro favorisce attivamente la guarigione permettendo ai tessuti di riposare mentre continui le tue attività. È come mettere un dito rotto nel gesso: proteggi mentre guarisci. Detto questo, il tutore da solo non basta. Gli esercizi terapeutici restano fondamentali per risolvere il problema alla radice.
Posso continuare a lavorare o fare sport con il tutore? Dipende da quanto è grave la tua situazione. Attività leggere puoi generalmente mantenerle con il tutore, ma quelle che hanno causato l'infiammazione vanno ridotte o modificate, almeno temporaneamente. Per lo sport, il consiglio è sospendere 2-4 settimane nella fase acuta, poi riprendere molto gradualmente con il tutore. Meglio perdere un mese ora che sei mesi dopo per aver insistito troppo presto.
Come capisco se ho stretto troppo il tutore? Il tuo corpo te lo dice chiaramente. Formicolio persistente alle dita, intorpidimento, pelle che cambia colore (diventa pallida o troppo rossa), sensazione di pulsazione: questi sono tutti segnali di allarme. Allenta immediatamente. La regola è semplice: deve essere percepibile ma confortevole. Se dopo 15 minuti ti dimentichi di averlo, va bene. Se dopo 15 minuti pensi solo a toglierlo, è troppo stretto.
Meglio la fascia o il tutore rigido? Non c'è una risposta universale, dipende dalle tue esigenze. La fascia di controspinta è perfetta se hai bisogno di mobilità, se fai sport o se l'infiammazione è lieve-moderata. Il tutore rigido è la scelta giusta nella fase acuta con dolore intenso, di notte, o quando hai bisogno di limitare davvero i movimenti. Molte persone hanno entrambi e li usano in situazioni diverse. Se non sei sicuro, un fisioterapista può guidarti nella scelta.
Posso usare un tutore per l'epicondilite laterale anche per l'epitrocleite? Alcuni tutori sono universali, ma fai attenzione alla fascia di controspinta: per l'epitrocleite deve comprimere la parte interna dell'avambraccio, non l'esterna. Se il tutore ha un cuscinetto, verifica che sia posizionabile nella zona mediale. Nel dubbio, cerca un tutore specificatamente progettato per l'epicondilite mediale o gomito del golfista.
Quanto costa un buon tutore per epitrocleite? I prezzi sono molto vari. Una fascia base costa 15-25 euro e può essere già sufficiente per molti casi. I tutori rigidi di qualità professionale vanno dai 40 agli 80 euro. Se opti per tecnologie avanzate, puoi superare i 100 euro. Il consiglio è non badare solo al risparmio: un tutore di qualità dura mesi, resta efficace e funziona meglio. Considera che è un investimento nella tua salute.
Il tutore può sostituire la fisioterapia? No, e sarebbe pericoloso pensarlo. Il tutore è uno strumento di supporto, importante ma non sufficiente da solo. La fisioterapia include valutazione professionale, terapie manuali, tecniche strumentali ed esercizi personalizzati che il tutore non può fornire. Pensa al tutore come a un componente di un puzzle più grande: essenziale, ma non l'unico pezzo.
Dopo quanto vedrò i primi miglioramenti? Molte persone notano una riduzione del dolore già nelle prime 1-2 settimane di utilizzo costante del tutore abbinato agli altri rimedi. Un miglioramento significativo avviene tipicamente in 4-6 settimane. La guarigione completa richiede pazienza: conta 8-12 settimane per casi standard, anche di più se l'infiammazione era cronica o particolarmente severa. Ogni persona è diversa, ascolta il tuo corpo e non avere fretta.
Un Ultimo Pensiero
L'epitrocleite può essere frustrante, lo sappiamo. Quel dolore che ti accompagna nei gesti quotidiani, che ti impedisce di fare sport o di lavorare come vorresti, può davvero pesare sul morale. Ma c'è una buona notizia: nella stragrande maggioranza dei casi, con gli strumenti giusti e la pazienza necessaria, si risolve completamente.
Il tutore per epitrocleite è uno di questi strumenti. Non è una soluzione magica che fa sparire il problema dall'oggi al domani, ma è un alleato prezioso che, usato correttamente e inserito in un percorso di cura completo, può davvero accelerare il tuo recupero.
Ricorda che ogni corpo è diverso e reagisce con tempi diversi. Non confrontarti con altri, ascolta i segnali che il tuo gomito ti manda. Se qualcosa fa male, fermati. Se invece ti senti meglio, procedi gradualmente. La fretta è spesso la nemica della guarigione.
Con il tutore appropriato, il riposo intelligente, gli esercizi giusti fatti con costanza e un pizzico di pazienza, tornerai alle tue attività preferite più forte di prima. Il percorso richiede impegno, ma ne vale la pena. Il tuo gomito merita questa attenzione.
Disclaimer medico: Questo articolo ha scopo puramente informativo e divulgativo. Le informazioni qui contenute non sostituiscono in alcun modo il parere di un medico, di un fisioterapista o di altro professionista sanitario qualificato. Per una diagnosi accurata e un piano terapeutico personalizzato sulle tue esigenze specifiche, consulta sempre un professionista. Non auto-diagnosticarti e non modificare eventuali trattamenti in corso senza la supervisione del tuo medico.
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