Tendinite alla spalla: prevenire e curare efficacemente

tendinite alla spalla

Quando si parla tendinite alla spalla generalmente si fa riferimento ad una tendinopatia che coinvolge i muscoli della cuffia dei rotatori, ossia quei muscoli che hanno un ruolo centrale nella mobilità e nella stabilizzazione dell’articolazione scapolo-omerale.

Questi muscoli hanno origine dalla scapola e si inseriscono nella testa dell’omero, pertanto quando si infiammano generano un dolore che comprende tutta questa area e che può compromettere in modo insistente il normale svolgimento di attività lavorative, sportive e talvolta anche dei gesti quotidiani più comuni.

In questo articolo andremo a fornire qualche nozione teorica al fine di spiegare bene cause, sintomatologia e cure.

In particolare, tratteremo l’argomento “cure naturali”, facendo specifico riferimento ad un rimedio innovativo, efficace e privo di controindicazioni, che non fa altro che sfruttare una risorsa presente nel nostro organismo: la biomolecola di ossido nitrico (NO).

Un cenno alla fisiologia della spalla

La spalla è l’articolazione più mobile di cui il nostro corpo dispone, nondimeno la più delicata e soggetta ad infiammazioni, traumi e lesioni.

È detta, in linguaggio tecnico, articolazione scapolo-omerale poiché di fatto è una unità che fa da raccordo tra la testa dell’omero e la cavità glenoidea della scapola.

La spalla è rivestita da un importante gruppo muscolare con principale funzione contenitiva, la celebre e già citata cuffia dei rotatori, a sua volta costituita da quattro muscoli:

  • sovraspinato
  • sottospinato
  • piccolo rotondo
  • sottoscapolare

Attraverso i tendini la cuffia dei rotatori va a stabilizzare l'articolazione scapolo-omerale, ma ha un ruolo importante anche nella mobilità articolare grazie ai muscoli appena elencati.

Poiché svolge gran parte del compito di contenimento della testa dell’omero nella cavità glenoidea, la cuffia dei rotatori rappresenta il punto più critico della spalla e soggetto a sviluppare la cosiddetta sindrome da conflitto sub-acromiale o sindrome da impingement, patologia dolorosa causata dalla compressione del tendine del muscolo sovraspinato durante il movimento di sollevamento e abbassamento del braccio.

Fatto questo accenno generale circa l’articolazione della spalla, prima di parlare di tendinopatia in maniera approfondita, vediamo a livello anatomico il tendine e la sua funzione.

Tendine della spalla: cos’è e qual è la sua funzione

Le fibre muscolari che compongono ogni muscolo si riuniscono ai loro capi e danno origine ai tendini, strutture integranti del sistema muscolo-scheletrico in quanto connettono il muscolo ai segmenti ossei.

 A sezione circolare o ellittica, i tendini sono costituiti da  tessuto connettivo fibroso e si inseriscono nei segmenti ossei per trasmettere a questi ultimi il movimento.

Possono essere suddivisi in tre segmenti:

  • la giunzione mio-tendinea;
  • il tendine;
  • l’entesi o giunzione osteo-tendinea. 

Sono costituiti da fasci primari, secondari e terziari, i quali sono formati da fibrille connettivali.

Il corpo del tendine è avvolto da una guaina connettivale denominata peritenonio esterno, mentre il peritenonio interno riveste i fasci secondari e quelli primari.

 

tendinite alla spalla

 

 

Questa particolare struttura a raggruppamenti di fibre e fasce garantisce al tendine molta resistenza, che, grazie anche alla poca elasticità, riesce a trasmettere efficacemente la forza generata dalla contrazione muscolare.

I tendini riescono quindi a adattarsi alle sollecitazioni muscolari e agli stimoli esterni, anche se il loro tempo di riparazione è più lungo dovuto alla minore vascolarizzazione, rispetto a quella muscolare. 

Quando vanno incontro ad infiammazione bisogna agire in modo corretto e risolvere la tendinite alla spalla velocemente.

Tendinite spalla: perché succede e come agire

La sindrome sub-acromiale poco fa descritta è una delle cause più note di infiammazione del tendine della spalla.

Essa è dovuta ad uno squilibrio muscolare all’interno della cuffia che causa un restringimento dello spazio tra omero e acromion con conseguente attrito che provoca infiammazioni e lesioni tendinee.

Spesso tale sindrome può scaturire anche da:

  • traumi;
  • sovraccarico funzionale;
  • artrosi;
  • esecuzione scorretta di esercizi;
  • tendinite calcificata.

Anche la borsite alla spalla, detta anche borsite sub-acromiale, provoca sintomi simili all’infiammazione tendinea ed è infatti una delle cause più comuni di dolore localizzato nella fascia superiore e anteriore dell’articolazione scapolo-omerale.

In questo caso l’infiammazione colpisce la borsa sierosa dell’articolazione (piccola “sacca” contenente un fluido che serve a diminuire gli attriti durante i movimenti), nello specifico quella sub-acromiale che si trova tra l’acromion e i muscoli deltoide e sovraspinato.

 

tendinite del sovraspinoso della spalla

Tendinopatia alla spalla: problema comune

La tendinite alla spalla è un problema clinico molto comune.

I dolori alla cuffia dei rotatori hanno un’incidenza annua sulla popolazione di oltre l’1% e tendono ad aumentare e peggiorare con l’età, in alcuni casi rendendo necessario un trattamento chirurgico invasivo.

Le tendinopatie sono caratteristiche per la sintomatologia fortemente dolorosa, che ha una diretta ripercussione sulla qualità della vita, in quanto limita sia il lavoro, sia il tempo libero dei pazienti che ne soffrono. 

Patogenesi della tendinite alla spalla

Difficilmente si può stabilire una precisa patogenesi delle tendinopatie, poiché l’origine è da attribuirsi a complessi fattori, intrinseci ed estrinseci. Tra i fattori intrinseci, in primis sicuramente vi è l’età come principale fattore di rischio.

D’altra parte, alcune recenti revisioni sistematiche hanno messo in luce il ruolo di alti livelli di colesterolo e diabete mellito sempre come fattori di rischio intrinseci allo sviluppo di tendinopatie.

Nell’insieme dei fattori estrinseci, sebbene sia comune riscontrare che le tendinopatie si sviluppino in condizioni di stress meccanico e sovraccarico, va sottolineato che anche le situazioni di inattività possono avere ripercussioni negative sull’omeostasi del collagene tendineo. 

L’esordio di una tendinite alla spalla è causato appunto da diversi fattori, ma in particolar modo dal sovra utilizzo fisico.

Conseguentemente al danno fisico, il tendine risponde generalmente assottigliandosi e indurendosi, ma se la condizione di stress persiste, subentrano dei meccanismi auto-riparativi e il tessuto inizia a diventare non omogeneo.

Alcuni campioni di tessuto tendineo esaminati da pazienti sintomatici si mostrano ipossici, mucoidi, mixoidi con degenerazione di materia grassa. 

Tendinopatie alla spalla e infiammazione

Nel corso della vita, il tendine subisce costanti e ripetuti microtraumi, passando in continuazione da condizioni fisiologiche a processi patologici.

Come descritto prima, fattori intrinseci ed estrinseci possono contribuire a danneggiare il tendine, il quale inizierà dei processi riparativi producendo delle sostanze pro-infiammazione.

Nella patogenesi delle tendinopatie, infiammazione e degenerazione potrebbero non essere due processi distinti ma a sua volta il processo degenerativo potrebbe essere innescato da quello infiammatorio e anche l’infiammazione in sé, a lungo andare, verrà alimentata dalla conseguente degenerazione tissutale. 

In precedenza, si considerava che la patogenesi delle tendinopatie dipendesse da una serie di reazioni non infiammatorie causate prevalentemente da danno meccanico.

Con il progresso degli studi scientifici svolti, si è riscontrata la presenza di mediatori dell’infiammazione e immunociti nelle fasi iniziali della tendinopatia.

A causa dell’infiammazione, la composizione della matrice tendinea si modifica, così come la normale funzionalità delle cellule.

L’infiammazione sembra quindi essere particolarmente acuta nelle prime fasi delle tendinopatie, andando man mano a scendere di grado.

Alcuni autori sostengono infatti che i farmaci antinfiammatori siano efficaci esclusivamente nelle prime fasi della patologia, in quanto in quelle successive bisognerebbe attuare dei trattamenti di medicina riparativa. 

Anche il termine stesso di tendinopatia, sebbene più generico dei precedenti tendinite e tendinosi, riflette invece ciò che è stato dimostrato dalle ultime evidenze scientifiche ovvero che l’infiammazione è alla base eziologica della patologia tendinea solamente nelle primissime fasi iniziali.

Tendinite spalla cura: le strategie più efficaci

Ricevere una diagnosi di una tendinopatia alla spalla, qualunque sia la causa, è sempre una cosa fastidiosa ma tutto sommato non deve destare grande preoccupazione, perché con le terapie (in particolare un programma specifico di esercizi riabilitativi) e gli accorgimenti più adeguati è possibile con il tempo tornare ad una situazione di normalità.

Cosa molto importante è non tenere a riposo del tutto l’articolazione, poiché i tendini, i muscoli e le articolazioni sono al loro posto per consentirci di compiere movimenti, di vivere una vita normale.

Pertanto, sarebbe errato immobilizzare la spalla, con il rischio di alimentare un circolo vizioso di rigidità e dolore.

Bisogna, invece, agire su tre piani contemporaneamente:

  1. recupero del movimento;
  2. rinforzo dell’articolazione;
  3. stabilizzazione della spalla.

In questo senso, la fisioterapia rappresenta la cura più indicata che comunque può essere integrata con altri rimedi non invasivi e privi di effetti collaterali, primi fra tutti l’ossido nitrico. Vediamo come e quali studi lo dimostrano.

Tendinite alla spalla: risoluzione tramite un incremento localizzato di ossido nitrico (NO)

Sono stati condotti diversi studi sull'espressione di ossido nitrico (NO) e ossido nitrico sintasi (NOS), al fine di valutare l'attivazione endoteliale durante la tendinopatia e i suoi effetti sul tessuto tendineo.

In tutti questi studi è stata dimostrata l’importanza dell’ossido nitrico nella sintesi tissutale durante la guarigione dei tendini e nella migliore riorganizzazione del collagene.

In uno studio in particolare è stata esaminata l'associazione NO-paracetamolo in somministrazione a un tessuto tendineo d'Achille in guarigione in vitro, prelevato da un modello murino.

In altri studi condotti sui ratti hanno evidenziato come ci sia una bassa attività di NO in un tendine normale, non infiammato o sottoposto a lesione. Viceversa, è stato riscontrato un aumento significativo (di circa cinque volte) dell'attività del NOS all'interno del tendine in fase di guarigione nei tendini di Achille e sovraspinato di ratto.

Test e studi specifici molto importanti sono stati condotti anche sull’uomo per comprendere il ruolo dell’ossido nitrico nel trattamento delle tendiniti alla spalla, tendinopatie in generale e in particolare per le seguenti condizioni:

  • gomito del tennista
  • tendinite di Achille
  • tendinite sovraspinato. 

     

    dolore all'articolazione della spalla

    Tali studi clinici dimostrano che l’aumento localizzato di NO migliora il recupero della condizione clinica tendinea, con conseguente riduzione del dolore, aumento del range di movimento e un aumento della forza.

    L'ossido nitrico è noto difatti per avere un effetto antinfiammatorio e analgesico.

    Come interviene l’ossido nitrico nel trattamento di tendinopatie della spalla?

    L’ossido nitrico interviene mediando molti step della risposta infiammatoria tendinea

    1. modula il rilascio di vari mediatori infiammatori da parte di una vasta gamma di cellule che partecipano alle risposte infiammatorie (ad es. leucociti, macrofagi, mastociti, cellule endoteliali e piastrine);
    2. regola il flusso sanguigno, l'adesione dei leucociti all'endotelio vascolare e l'attività di numerosi enzimi, che possono avere un impatto sulle risposte infiammatorie;
    3. influenza il processo di infiltrazione dei leucociti in un sito di lesione o infezione attraverso l’inibizione dell'espressione delle molecole di adesione β-2 sui neutrofili;
    4. controlla e inibisce la produzione da parte dei macrofagi di una varietà di citochine immunomodulanti (ad es. IL-12, IL-1);
    5. riduce l'aggregazione piastrinica e l'aderenza all’endotelio, con conseguente down-regolazione dei processi infiammatori.

    Per un approfondimento tra il ruolo dell'ossido nitrico nella gestione dei processi infiammatori, leggi il nostro articolo in questo sito.

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