Mani viola? Dita fredde? Potrebbe essere Raynaud

mani viola

Fateci indovinare: un giorno d’inverno (o comunque freddo) avete guardato le mani, vi sono sembrate fredde e viola.... e avete collegato alla parola Raynaud qualcosa di reale.

O forse le mani fredde erano bluastre.

Comunque, di un colore abbastanza diverso dal solito: tant’è che vi siete preoccupati ed ora cercate su internet la risposta alla domanda, “Perché le mani fredde diventano improvvisamente viola?” 

SINDROME DI RAYNAUD

 

I motivi per cui le mani in modo illogico, rapido e violento diventano gelate e con i polpastrelli delle dita viola o bluastri. possono essere vari.

Ma se questo cambio di colore è stato preceduto da una perdita di sensibilità della parte interessata ed è accompagnato da formicolii e sensazione di freddo alle dita, potreste soffrire di sindrome di Raynaud.

La Sindrome di Raynaud (o Morbo di Raynaud), come spieghiamo approfonditamente altrove, consiste in un’alterazione del flusso sanguigno nei vasi periferici.

Solitamente essa viene chiamata “sindrome delle dita bianche” (continuate a leggere, vi spiegheremo perché) ma in realtà potrebbe essere la ragione per cui le vostre mani sono diventate viola.

Perché ho le mani fredde e viola?

In chi soffre della sindrome di Raynaud, l’esposizione a determinati stimoli (temperature rigide, stress emotivo) determina una contrazione eccessiva dei capillari che servono le zone periferiche del corpo.

Questi ultimi si improvvisamente si restringono, lasciando passare meno sangue di quanto avvenga normalmente; ed è proprio questa alterazione che porta le mani a diventare gelide e fredde e assumere un colorito bluastro, cianotico, o addirittura violaceo. 

Semplificando al massimo concetti piuttosto complessi, il sangue arterioso – cioè quello che viene trasportato dalle arterie e che va dal cuore alle zone periferiche del nostro corpo – contiene ossigeno.

Quando il sangue arriva a destinazione, i i tessuti estraggono l’ossigeno e l’utilizzano per tutta una serie di processi fondamentali (pensiamo ad esempio al metabolismo cellulare).

La presenza di ossigeno dà al sangue un colore rosso vivo, mentre il sangue povero di ossigeno – qual è il sangue venoso, quello che dalle zone periferiche torna verso il cuore – ha un colore rosso scuro, che a determinate condizioni può apparire quasi blu. Se donate il sangue, vi basterà pensare al colore della sacca in cui viene raccolta la donazione per avere subito chiaro di cosa parliamo. 

Ora, la contrazione dei capillari tipica della sindrome di Raynaud fa sì che ai tessuti periferici arrivi meno sangue arterioso e quindi meno ossigeno.

In un primo momento, la zona colpita impallidisce: in alcuni soggetti le dita (ma anche la punta del naso o i lobi delle orecchie) diventano bianco gesso.

Se lo spasmo ed il freddo cessano rapidamente ed il sangue torna a scorrere, irrorando i vasi periferici, il problema finisce lì (anche se è comunque opportuno accertarsi che la sindrome di Raynaud non sia la spia di un altra malattia).

Ma se il normale flusso non viene ripristinato in tempi brevi, i tessuti si trovano costretti ad estrarre ossigeno da quel sangue che hanno comunque a loro disposizione.

Quest’ultimo assumerà il predetto colore rosso scuro e determinerà un cambiamento di colore anche a livello di epidermide. A seconda del fototipo di partenza, quest’ultima può assumere una sfumatura bluastra o violacea.    

Questa colorazione permane fino a quando non cessa la fase di spasmo. Nel momento in cui i capillari tornano a dilatarsi e a far passare il sangue arterioso, i tessuti possono di nuovo estrarne l’ossigeno necessario, il calore inizia a circolare ed il colore cianotico/viola scompare, per lasciare il posto ad un colore rosso brillante.

É inoltre comune che il ripristino del flusso sanguigno si accompagni a bruciore, prurito o vero e proprio dolore.

 

Raynaud

Mani viola e fredde per la sindrome di Raynaud: cosa fare

La sindrome di Raynaud è un disturbo cronico: essa si presenta ciclicamente, di solito con l’arrivo delle temperature rigide.

Pertanto, se ne soffrite, dovete in primo luogo evitare di esporre le mani al freddo. Utilizzate acqua tiepida per lavarle ed indossate i guanti quando uscite ma anche quando entrate in contatto con oggetti freddi (banalmente, quando estraete il cibo dal surgelatore).

Più in generale, è opportuno curare la salute del proprio apparato circolatorio, sia per ridurre la frequenza e la durata degli attacchi vasospastici che per evitare danni peggiori che potrebbero derivare da quest’ultimi.

A tale scopo andrebbero eliminate o ridotte tutte sostanze che di per sé favoriscono la contrazione dei vasi sanguigni: una su tutte, la nicotina. Andrebbe limitato anche l’apporto di caffeina (fate attenzione ad un dato: quest’ultima è contenuta, oltre che nel caffé, anche nella cioccolata ed in altri alimenti).

Può invece essere utile (anche se gli studi scientifici non hanno dato risultati chiarificatori in proposito) assumere integratori che apportino al nostro organismo sostanze quali gli acidi grassi Omega-3. Vi consigliamo poi di fare regolarmente esercizio fisico.

Se la prevenzione non funziona e gli attacchi vasospastici continuano a colpirvi, dovete in primo luogo cercare di far cessare gli spasmi. La cosa più semplice è riscaldare la parte interessata: attenzione però ad evitare sbalzi di temperatura troppo repentini che potrebbero danneggiare i capillari e favorire l’insorgere di altri disturbi (quali ad esempio i geloni).

Quando il fastidio è ricorrente, potete prendere in considerazione l’acquisto di capi tecnici che favoriscano l’autoproduzione di ossido nitrico. Questa molecola, prodotta dal nostro corpo, ha la capacità di aumentare la disponibilità locale di sangue arterioso. I tessuti tecnici ne aumentano la produzione topica (cioè nelle aree dove serve), contrastando il freddo e i fastidi causati dall’eccessiva vasocostrizione.

Mani viola e dita fredde: altre possibili cause

È importante sottolineare un dato: la sindrome di Raynaud non è l’unica spiegazione possibile del perché abbiate le mani viola. Potreste soffrire di un’altra malattia legata alla circolazione, oppure aver subito traumi, oppure ancora avere un problema di tutt’altro genere.

È sempre preferibile consultarsi con un medico, il quale, dopo avervi visitato e sottoposto agli esami che ritiene più opportuni, sarà in grado di formulare una diagnosi e di indicare una terapia.

Fermo restando quanto appena detto – cioè che le diagnosi spettano ad un professionista e si effettuano dopo aver visitato il paziente –  vi invitiamo a tener conto di un fatto: gli attacchi vasospastici che caratterizzano la sindrome di Raynaud sono temporanei.

La loro durata varia, ed è anche significativamente, da paziente a paziente.

Se di solito lo spasmo permane per pochi secondi, al massimo qualche minuto, non mancano i casi in cui i capillari restano contratti per ore: ma a questa fase ne segue sempre una di vasodilatazione in cui il sangue torna a scorrere normalmente ed il colore viola scompare.

Pertanto, se le vostre mani sono costantemente gelate, pallide o cianotiche, insomma, se vi pare di avere sempre le mani fredde e viola, allora è probabile che la causa del vostro disturbo non sia la sindrome di Raynaud.

Potreste, per fare un solo esempio, soffrire di acrocianosi.

Di nuovo, vi consigliamo di rivolgervi al vostro medico, il quale saprà indicarvi gli esami necessari per giungere ad una diagnosi ed iniziare un percorso di cura.

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