Mal di schiena nell’orto: Alberto racconta

Mal di schiena nell’orto: Alberto racconta

Mal di schiena e la coltivazione dell’orto.

Non potevo immaginare che le infiammazioni e il mal di schiena potessero unirmi alla mia natura zen, ma col tempo ho capito che il mal di schiena è una parte importante della nostra vita. Ed è meglio averlo alleato, quando possibile, che nemico.

Da anni la sognavo: una lunga, ordinata fila di piante di pomodori maturi, dolci, rossi. Ho vissuto per lavoro in varie città del mondo e questa ossessione dei pomodori a mano libera non mi ha mai lasciato. 

A Torino ho partorito l’idea, a Milano ho pensato di invasarli sul terrazzo, a San Paolo il sogno era impossibile, a Islamabad li ho piantati ma ho cambiato casa prima di vederli maturare, a Treviso avrei potuto ma non l’ho fatto. 

Un pensiero di quasi 30 anni.


Oggi, reso realtà. 

Sono andato al mercato per comprare frutta, verdura e un pezzo di pecorino. Ho visto un banco nuovo, mi sono avvicinato e senza pensare troppo ho comprato 4 piante di pomodori (Cuore di Bue, Euro 1,5 a piantina).

Le ho portate a casa e le ho mostrate a mia moglie come se avessi trovato un tesoro in cima al Mucrone.

mal di schiena



Normalmente, ci metto meno di 30 anni per decidere. 

Mi sono però reso conto, improvvisamente, di quanto le abitudini brucino la vita.
“Non ho tempo”è una dolcissima giaculatoria per giustificare quello che non vogliamo fare.

Trovo il pezzo di terra deputato a diventare il mio orto, concime, vanga, le mie 4 piantine di pomodori, aste in bambù (recuperate in casa, circa160 centimetri), acqua accessibile, canna di gomma per innaffiare, esposizione per sole in abbondanza (almeno 6 ore al giorno), legacci morbidi per assicurare le piantine alle aste. Pantaloni e maglietta da lavoro.

E mal di schiena: ingrediente sottile, pervasivo, costante.

Carico in spalla l’attrezzatura e parto. Ho la massima determinazione di fermare questa indolenza durata 30 anni.

Produco adrenalina, neanche dovessi partire per una incursione notturna sull’Altipiano. 

Ma perchè ho aspettato così tanto? Quante sono le cose che avrei potuto fare?
Abbiamo un pessimo rapporto con il tempo.

Il presente è l’unica realtà possibile ma non ce ne accorgiamo, non la vogliamo, la lasciamo sciogliere senza peso e senza importanza per dare invece valore a futuro e passato. Un valore superiore, di rifugio e speranza.

Un poeta arabo diceva “La felicità non è una meta da raggiungere ma una casa in cui tornare; non è davanti ma dietro; tornare non andare”. 

Viaggiare su una strada già percorsa sembra più veloce: attiviamo meccanismi automatici che regolano il nostro tempo. Li sblocchiamo solo con processi volontari.

Oggi, comprando le mie 4 piantine di pomodori, qualcosa ho sbloccato.

Rompere l’abitudine è un passo per conquistare la libertà di noi stessi, purtroppo non la conquista della libertà dal mal di schiena.

Oltre alle abitudini, rompo la zappa.

Troppa foga nello scavo dei pensieri e del letto per i miei pomodori. 

Nicole Calakos, M.D., Ph.D.,Duke Institute for Brain Sciences, ha evidenziato come le abitudini creino veri e propri corridoi all’interno dei nostri cervelli, in qualche modo ponti, superstrade per evitare fastidiosi fiumi o incroci che potrebbero generare domande.

Quanto è difficile rinunciare al caffè alla mattina? O recarci in ufficio?

Misuro la distanza: ogni piantina deve essere a 70 centimetri dall’altra.
Lo ha detto la signora che me le ha vendute e mi attengo. Quanto devo scavare perchè le radici attecchiscano? Mi rifiuto di consultare Google, uso il libero arbitrio e decido per 20 centimetri.

Libero le radici dal vasetto, le interro lasciando un piano inclinato per evitare che l’acqua di irrigazione si disperda. Pianto la canna, lego le piantine e mi alzo.

Ho male ovunque, la schiena urla e le spalle sussurrano. Infiammazione, dolore di schiena sono la vendetta del tempo che chiede attenzione.

Hic et nunc, qui e ora. 

Uno studio della Duke Integrative Medicine suggerisce che il solo modo per cambiare abitudini è inserirne di nuove, regolarmente, anche violentemente. Ogni cosa nuova, terminato l’entusiasmo e con rare eccezioni, non ci piacerà, fino a quando non ci saremo abituati e diventerà anche lei una abitudine.

Bagnare le piantine, ogni giorno alle 07,30. 

mal di schiena nell'orto

Mal di schiena o meno, nessuna scusa.

Ho deciso oggi che le 4 piantine diventeranno 8, affiancate da zucchine e fagiolini.

Il mal di schiena sarà uno scomodo quanto obbligato compagno di viaggio, voce della verità per ricordarmi di stare concentrato su quello che voglio realmente.

Questa volta ce la posso fare. Bomba o non bomba!

Soprattutto usando una t-shirt NOAcademy che contrasta il male di schiena con una gentile irrorazione muscolare che, ammorbidendo la muscolatura, riduce il male e la tensione muscolare.

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Per conoscere la relazione tra infiammazione muscolare e ossido nitrico, puoi leggere questo articolo di approfondimento nel nostro blog

Mal di schiena: un approfondimento